Sanremo 2025, protagoniste le canzoni!

Sanremo 2025, protagoniste le canzoni!

Molti brani, quasi tutti, parlano più di rapporti personali, anche contrastanti, anche amori difficili. Come ho detto si parla più del micromondo rispetto al macromondo che ci circonda. Forse è anche un modo per sfuggire da quello che ci circonda di gravissimo e ritornare un pochino di più a parlare a quello che ci circonda vicino a noi”

Nel gioco degli annunci e delle rivelazioni che precedono, come di consueto, il Festival di Sanremo, non si sfugge alle canzoni – che poi sono il vero focus dell’evento – e Carlo Conti nel corso dell’incontro stampa con radio e giornalisti per il pre-ascolto dei brani e pure ai nostri microfoni ha individuato quali sono le tematiche ed i generi ricorrenti nei 30 brani dei Big in lizza e nei 4 delle Nuove Proposte.

Credo ci sia una varietà musicale abbastanza rappresentativa – ha detto, tra l’altro, il direttore artistico e conduttore – anche se mi dispiace che manca il tassello del rock, quello che a me piace molto, purtroppo non sono arrivati i brani, altrimenti avrei potuto selezionare proprio il rock, quello cattivo che piace a me, ho comunque anche un rock abbastanza di facile ascolto, non c’è stato niente.

C’erano altri 6 brani che potevano andare in gara – ha comunque precisato – preferisco avere un ospite in meno e avere due canzoni o tre in più in gara, perché lo ritengo il festival della canzone italiana”.

Riassumendo, quindi, niente rock, ma tante ballad, spazio per il pop con brani che si candidano a diventare tormentoni primaverili con richiami alle sonorità latinetesti di cantautori poetici e intimi, rap addomesticato in chiave pop.

La presenza di numerosi esponenti della scena rap e hip hop non è stata portatrice di brani duri e particolarmente cattivi.

Tony Effe, Fedez ed Emis Killa, pur mantenendo la loro cifra stilistica, hanno optato per canzoni “politicamente corrette”; due i brani parlano di questioni sociali e politiche, quello del rapper Rocco Hunt e del cantautore Willy Peyote.

Sull’utilizzo dell’autotune, Conti ha spiegato che sarà usato come effetto e non come correttivo dell’intonazione perchè “ormai questa è la tendenza della musica, è la modernità”.

Insomma, un mix di generi diversi con alcuni outsider della competizione, attenzione al pubblico giovane, che imprime la direzione alla musica ma, soprattutto, brani radiofonici, perché “tutti cantano Sanremo” per ripetere il claim della 75° edizione, a tutto vantaggio dell’industria musicale italiana.

Ma di cosa parlano i 30 brani dei Big?

FRACESCO GABBANI, “Viva la vita”

Il cantautore toscano ritorna a Sanremo in versione chansonnier, con una ballata dal sapore vagamente retrò, molto ariosa, costruita per essere esaltata dall’orchestra.  

CLARA, “Febbre”

Scenari urban, con metriche spezzate, qualche vocalizzo e un ritornello che accelera in modo deciso. Clara l’ha già dimostrato, esce alla distanza e il suo pubblico apprezza.

WILLIE PEYOTE, “Grazie ma no grazie”

Cita i Jalisse, punge il governo e in generale mette alla berlina varie storture del nostro tempo. Il tutto grande ironia mentre fa battere il piede con ritmi sudamericani. 

NOEMI, “Se t’innamori muori”

Autori della canzone Mahmood e Blanco, vincitori tre anni fa con “Brividi”. Scrittura tradizionale, movimentata da un arrangiamento curato. Elegante e ben supportata da una delle interpreti di rifermento della musica italiana.  

LUCIO CORSI, “Volevo essere un duro”

Il suo è un cantautorato che guarda a modelli nobili, con una scrittura originale capace di essere rassicurante ma non banale, intrisa di romanticismo decadente.

RKOMI, “Il ritmo delle cose”

 Significante e significato si danno la mano in questo brano dove il ritornello è una cavalcata piena di ritmo.

THE KOLORS, “Tu con chi fai l’amore”

 La scrittura di Calcutta che incontra quella di Stash, il cantautorato indie che si combina all’Italodisco. Una sfida interessante, per un pezzo che trasuda anni 80, tutto da ballare. 

ROCCO HUNT, “Mille vote ancora”

Dopo 10 anni il rapper, già vincitore tra i giovani, torna con la stessa attenzione per le tematiche sociali condite di neomelodico, rap e ritmi esotici. 

ROSE VILLAIN, “Fuorilegge”

Dopo “Click Boom” del 2024 torna con un pezzo che richiama quell’impostazione, in particolare nell’intermezzo a piena voce, con il ritornello ridotto all’osso.

BRUNORI SAS, “L’albero delle noci”

La sua è una ballata pianistica romantica dedicata alla figlia, alla gioia di una nuova nascita e anche alle paure che questa porta con sé. Senza alcuna retorica. E non è poco.

SERENA BRANCALE, “Anema e core”

Brano ballabile, ricco di musica, tra folk e mediterraneo, e soprattutto parole, tanto che il ritmo è dettato dal cantato ancora più che dalla base ritmica.

IRAMA, “Lentamente”

Per la sua sesta volta all’Ariston ha scelto un brano non facile, ritmicamente blando, dove punta molto su un’interpretazione enfatica.

MARCELLA BELLA, “Pelle diamante”

Da tempo provava a tornare al Festival e ce l’ha fatta. La sua canzone poggia su una melodia Anni ’80, vivacizzata da un suono potente e una produzione che strizza l’occhio all’oggi.

ACHILLE LAURO, “Incoscienti giovani”

Si ripropone in una veste classica con una ballatona romantica punteggiata di archi e l’incursione di un sax . 

ELODIE, “Dimenticarsi alle 7”

Una canzone tutta da scoprire, dove giocheranno un ruolo importante presenza scenica e interpretazione.

TONY EFFE, “Damme ‘na mano”

Strofe parlate per il pubblico giovane, in cui ricercare le tracce della scrittura del rapper, e ritornelli stornellati per strizzare l’occhio ai genitori.

MASSIMO RANIERI, “Tra le mani un cuore”

La canzone è firmata da Tiziano Ferro e Nek. La strofa crea l’atmosfera, il ritornello si apre e si fa cantare.

SARAH TOSCANO, “Amarcord”

Anche se il vento sembra essere cambiato qualcuno resta affezionato alla cassa dritta. E chi siamo noi per dire che non può farlo?”  

FEDEZ, “Battito”

Se alla prima partecipazione, con Francesca Michielin, aveva puntato su un brano cantabile, questa volta si presenta con un rap non addomesticato con un ritornello che qualcosa concede alla melodia. 

COMA_COSE, “Cuoricini”

Un pezzo allegro e ritmato, con “cuoricini” ripetuto tanto da entrare davvero in testa!

GIORGIA, “La cura per me”

Blanco ha disegnato una melodia perfetta per esaltare le doti di Giorgia. Romantico ma non pesante, il brano guarda al passato senza perdere di vista l’oggi.

OLLY, “Balorda nostalgia”

Una ballata con melodia a piene mani, che conferma il ritorno della canzone “di una volta”.

SIMONE CRISTICCHI, “Quando sarai piccola”

Una canzone che parla di Alzheimer e delle difficoltà di chi si trova ad accudire un genitore malato senza scadere nella commozione non è semplice da scrivere. Lui ci riesce con la consueta delicatezza.

EMIS KILLA, “Demoni”

Una canzone che spazia tra baci al Fentanyl, molotov, ecstasy e mezcal, coerente con il percorso del rapper in una versione più incline al pop.

JOAN THIELE, “Eco”

Esordiente all’Ariston con una proposta dall’incedere suadente e brumoso, dove l’eco è in alcuni passaggi quello di una chitarra dal sapore western.

MODA’, “Non ti dimentico”

Un brano che parla direttamente ai fan, in un Festival votato alle ballate romantiche. 

GAIA, “Chiamo io chiami tu”

Sensualità, ritmiche brasiliane e un ritornello molto radiofonico.  

BRESH, “La tana del granchio”

Il cantautore ligure si affida alla chitarra acustica per accompagnare la strofa lasciando al ritornello il compito di colpire l’ascoltare con arrangiamento e melodia.

FRANCESCA MICHIELIN, “Fango in paradiso”

Una ballata pianistica che esplora il disagio e lo struggimento di una relazione amorosa giunta al termine. 

SHABLO feat. GUE’, JOSHUA e TORMENTO, “La mia parola”

 Up tempo pensato per far ballare. Nera, funky, un piacevole momento di respiro pensato per andare oltre la platea dell’Ariston. 

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